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Leila e i suoi fratelli

15 Marzo , 2023

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Movie Story

Regia di Saeed Roustayi, 2022 con Taraneh Alidoosti, Saeed Poursamimi, Navid Mohammadzadeh, Payman Maadi. Titolo internazionale: Leila’s Brothers. Genere Drammatico, – Iran, 2022, durata 165 m

UN’OPERAZIONE DI FORTE CRITICA ALLA SOCIETÀ IRANIANA CHE NON DIMENTICA L’INTRATTENIMENTO (Giancarlo Zappoli, mymovies.it)

Leila e i suoi quattro fratelli vivono un momento di crisi economica da cui però potrebbero sperare di risollevarsi se non fosse per ciò che il loro anziano padre ha deciso di accettare. Gli è stato infatti proposto di diventare il padrino al matrimonio del primogenito di una famiglia potente che lo ha sempre tenuto a distanza. Per l’uomo l’invito rappresenta un’occasione unica di riscatto sociale ma questo porterà con sé più di un problema all’interno del nucleo familiare.

Il cinema iraniano ha in Saeed Roustayi un valido conoscitore di generi che, in questa occasione, sa mettere a frutto la lezione della più classica commedia all’italiana.

L’inizio di questo lungo film per il quale però non si avverte la stanchezza della visione è di quelli che inseriscono immediatamente lo spettatore nell’azione. Si assiste al blocco dell’attività produttiva di una fabbrica con l’irruzione delle forze dell’ordine che impongono l’interruzione dei lavori. Da questo evento prende l’avvio della conoscenza dei caratteri dei componenti di una famiglia in cui la figura dominante è costituita dalla sorella senza però ridicolizzare i componenti maschili.

La premessa narrativa ci introduce alla necessità di risollevare le sorti di ognuno, impresa che viene ostacolata dal padre che diventa il perno attorno al quale si sviluppa una vicenda con forti valenze di critica sociale. L’uomo, che è stato a lungo umiliato ed ora si vede riconoscere finalmente un ruolo importante, non è in grado di accorgersi del raggiro di cui sta diventando vittima.

Il padrino è colui che deve fare allo sposo il regalo monetariamente più consistente e lui ha messo da parte, all’insaputa dei figli, 40 monete d’oro in attesa del giorno del proprio riscatto in società. Non ha capito che con quei soldi i familiari dello sposo pagheranno il lussuoso ricevimento. Scatta allora l’operazione per far sì che quella somma venga utilizzata più proficuamente.

Roustayi riesce a compiere un’operazione di forte critica della società iraniana non dimenticando mai il compito di intrattenere avvalendosi anche di colpi di scena che risultano tutti giustificati. Non solo denuncia l’abisso che separa le classi sociali mostrando l’avidità di chi è già benestante e lo stato di perenne umiliazione di chi invece ha poco o nulla ma mette una donna, Leila, al centro dell’azione.

I fratelli, ognuno dei quali è ben caratterizzato, si trovano molto più di lei in balia degli eventi. Leila non solo sa come gestirli ma, in una requisitoria nei confronti di entrambi i genitori, mette in luce come la generazione dei quarantenni abbia sviluppato una visione del mondo e dei rapporti anche familiari molto differente da quella imposta dalla tradizione. La quale trova nella festa di matrimonio l’apoteosi della mascolinità dalla quale le donne sono escluse. Tranne Leila che farà un’apparizione destinata a mutare totalmente il contesto destabilizzando proprio quel mondo maschile convinto di dover sottostare a regole immutabili che, ci suggerisce il regista, per ora trovano ancora un loro riconoscimento sociale ma che presto o tardi (si spera presto) dovranno mutare.