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Ennio (solo il 10/11)

07 Gennaio , 2022

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Movie Story

solo giovedì 3 novembre ore 17.15

VERSIONE CON CONTENUTI INEDITI

Ennio, il documentario sul maestro Morricone firmato dal regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, torna al cinema solo il 10 novembre per celebrare la nascita del musicista più popolare e prolifico del XX secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte premio Oscar e autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili.

Uscito nelle sale lo scorso febbraio, Ennio ha conquistato il grande pubblico riportandolo nelle sale cinematografiche: oltre 400.000 spettatori, infatti, sono accorsi al cinema per godere del ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone.

Presentato con successo Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e al Bif&st, il film ha ricevuto svariati riconoscimenti tra cui: il Nastro d’Argento Dell’Anno; è stato designato Film della Critica dal SNCCI; ha vinto il Globo d’Oro per il Miglior Documentario e tre David di Donatello per il Suono, il Montaggio e Miglior Documentario.
Il documentario racconta Morricone attraverso una lunga intervista di Tornatore al maestro, testimonianze di artisti e registi – come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Bruce Springsteen – scene di fiction, musiche e immagini d’archivio. (ANSA).

Regia di Giuseppe Tornatore, con Ennio Morricone, Quentin Tarantino, Clint Eastwood, Oliver Stone, Wong Kar-wai. Documentario, – Italia, Belgio, Cina, Giappone, 2021, durata 167 minuti. Uscita cinema giovedì 27 gennaio 2022 distribuito da Lucky Red

 

TRA ANEDDOTICA E ARCHIVIO CINEMATOGRAFICO, UNO SVELAMENTO SEDUCENTE CHE NON SI VORREBBE FINISSE MAI

Giuseppe Tornatore ha collaborato col Maestro – definizione per una volta appropriata – in un arco temporale che va da Nuovo Cinema Paradiso (1988) a La corrispondenza (2016), frequentandolo per circa trent’anni. Nel 2018 ha scritto “Ennio. Un maestro” (Harper Collins), intervista fluviale e conversazione franca, a trecentosessanta gradi: in Ennio ne riprende argomenti, andamento cronologico e tono disteso, modesto, autocritico con cui Morricone si era concesso alle sue domande. Attorno a lui, nel film, una schiera di musicisti, registi, colleghi ed esperti portano testimonianze rilevanti e inerenti una carriera straordinaria, che supera il concetto di prolifico: centinaia le opere firmate, da Il federale (1961) all’unico Oscar vinto per una colonna sonora, The Hateful Eight nel 2016, a 87 anni.

Morricone – che, come tutti i classici, non morirà mai e di cui è quindi legittimo parlare al presente – vive perennemente con la musica in testa e va a tempo anche quando fa esercizio fisico sul tappeto di casa.

Ecco perché Ennio si apre con un’alternanza brillante di opposti movimenti di direzione d’orchestra e stretching domestico, dando l’attacco a un’immersione competente e appassionata nella carriera di un compositore dall’opera incalcolabile, che ha spaziato in ambiti molto diversi. Erroneamente identificato in tutto il mondo per lo più per le invenzioni strumentali e rumoristiche dei western di Sergio Leone e accompagnato per tutta la vita dal dispiacere per un pregiudizio accademico nei suoi confronti.

Il pregio di Ennio, non solo dentro il genere documentario, risiede nella sua semplicità e chiarezza così difficili da raggiungere, ma ancor prima nel fatto che Tornatore abbia concepito la propria linea narrativa come una partitura musicale. Il montaggio aggraziato e puntuale di Massimo Quaglia e Annalisa Squillaci rende questa cavalcata di oltre due ore e mezzo tra film e pentagrammi uno svelamento seducente anche per non addetti ai lavori, che non si vorrebbe finisse mai, perché, tra aneddotica e archivio cinematografico, la musica e le sue leggi restano a fuoco.

Le grammatiche di Bach, Frescobaldi, Stravinskij, tra i primi modelli, e le regole della composizione assimilate dal Maestro in anni di corso con Goffredo Petrassi, riconosciuta guida carismatica, sono le chiavi comprese le quali si può tradire, innovare e perfino divulgare: nella canzone pop (lo studio su “Il barattolo”, hit salvezza della RCA, il confronto a più voci sull’intro di “Non son degno di te”, Beethoven in Voce ‘e notte), nella sinfonia, nella musica sperimentale, tra scricchiolii, macchine da scrivere ma anche voci femminili dirette come strumenti, in primo piano, che si fanno sirene, chimere.

Miniera di osservazioni stilistiche e curiosità legate alla storia del cinema (tra tutte, la collaborazione mancata con Stanley Kubrick per Arancia meccanica), non scevro di momenti di pura commozione, Ennio è racconto fluido, documento ricercato, filologico, che si mette a disposizione di curiosi, cinefili e studiosi, anche per eventuali indagini integrative. Un esempio di economia di narrazione, di contrappunto studiato e sudato che traccia la differenza tra mera compilazione d’intrattenimento e pura opera di (ri)creazione. Fuori concorso alla 78ma Mostra di Venezia 2020. (Raffaella Giancristofaro, mymovies.it)