Movie Thumb

Ben si Back

15 Dicembre , 2018

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Movie Story

Quando, la vigilia di Natale, Holly Burns si ritrova davanti, nel giardino di casa, suo figlio maggiore Ben, non sa se quello sta per diventare il giorno più felice della sua vita o il più infelice. I due figli più piccoli, nati dal secondo matrimonio di Holly con Neal, esplodono in gridolini di felicità. Ivy, invece, la sorella più grande, è esitante. Perché Ben ha cambiato i piani? Davvero il suo sponsor gli ha consigliato di passare il Natale a casa? Davvero sono 77 giorni che non si droga? Di sicuro sua madre vuole crederci e Ben sembra disposto ad essere messo alla prova.

Quando due bravi attori duettano sullo schermo come fanno qui Julia Roberts e Lucas Hedges, quando la sceneggiatura è ben scritta, il cast di supporto è realmente tale e la tensione cresce man mano che il film si dirige verso la sua conclusione, lo spettacolo è gradito, anche quando non si tratta di un capolavoro.

È il caso di Ben is back, in cui Peter Hedges, padre del coprotagonista, dirige la storia di una moderna madre coraggio, che di errori ne ha già commessi troppi e di delusioni ne ha già subite abbastanza, tanto da dirsi pronta a scavare la fossa al figlio, ma in verità si aggrappa con le unghie alla speranza di potersi fidarsi di lui.

È un bel personaggio, che sarebbe stato bene addosso anche a Frances McDormand (ma avrebbe dato vita ad un film molto differente), che la Roberts ammanta della dolcezza che le appartiene senza sminuirne la forza e l’ampio registro interpretativo (non male quando la signora Burns, ai tavolini di una caffetteria del centro commerciale, si toglie il sassolino dalla scarpa e dice quel che ha da dire al vecchio dottore di famiglia).

Lucas Hedges è persino eccessivamente temperato nel suo tenere il controllo della fragilità di Ben: non dà quasi mai in escandescenza e quando si mortifica lo fa sinceramente e mai in una logica, probabilmente più verosimile, di vittimismo o nichilismo, ma ciò contribuisce a tenere il film al riparo dalla tentazione del melodramma, almeno fino agli ultimissimi minuti.

Il salvataggio del cagnolino può apparire pretestuoso o meno, ma porta il film, dopo un lungo preambolo, nella sua regione più interessante, quel viaggio notturno di madre e figlio durante il quale la città di ogni giorno cambia fisionomia, rivela il marcio e le ferite, inghiotte i due coraggiosi nel suo ventre in attesa di condannarli o restituirli a nuova vita.